Report ISS: migliorano le terapie intensive, ma l’indice Rt sta risalendo
Secondo l’ultimo report ISS il tasso di occupazione delle terapie intensive migliora, ma peggiora l’indice Rt.
Ci sono buone e cattive notizie nell’ultimo report dell’Istituto Superiore della Sanità elaborato sulla base dei dati relativi al periodo 21-27 dicembre 2020. Emergono due dati particolarmente rilevanti:
- migliora il tasso di occupazione delle terapie intensive, che ora torna sotto il livello di guardia che è fissato al 30;
- torna a salire l’indice di contagio Rt che, a livello nazionale, è ora dello 0,93%.
E su entrambi i punti ci sono poi notizie negative in relazione ad alcune regioni. Infatti in dieci regioni non è ancora sceso sotto il livello di guardia il tasso di occupazione delle terapie intensive, in quattro regioni ossia Basilicata, Calabria, Liguria e Veneto l’indice Rt è sopra l’1, in Puglia e in Lombardia è all’1.
La Regione Veneto sembra essere quella messa peggio, infatti molto probabilmente dal 7 gennaio sarà zona arancione. Nel report dell’ISS si legge:
La Regione Veneto oltre ad un Rt puntuale maggiore di uno si accompagna ad una incidenza particolarmente elevata. Nella settimana di monitoraggio si osserva una diminuzione generale del rischio, principalmente dovuta a una lieve riduzione nei tassi di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e aree mediche.
Nel Report viene detto che Calabria, Liguria e Veneto presentano uno scenario di tipo 2, quindi sarà indispensabile continuare ad applicare le misure restrittive dopo le festività. Ci sono nove regioni a rischio basso, undici a rischio moderato, ma tra queste tre, ossia Emilia-Romagna, Valle d’Aosta e Veneto, hanno una probabilità elevata di progredire a rischio alto nel mese di gennaio se non varia l’attuale trasmissibilità del virus. C’è poi la Sardegna, che ha una classificazione di rischio non valutabile, che equivale però a rischio alto, a causa della bassa percentuale di completezza dei dati.
L’ISS già teme che il prossimo monitoraggio possa essere peggiore a causa dell’effetto delle festività natalizie, periodo in cui, tra l’altro, è sceso drasticamente il numero di tamponi processati.
L’Istituto Superiore di Sanità in pratica avverte:
L’incidenza dell’epidemia rimane ancora molto elevata e l’impatto è sostenuto nella maggior parte del Paese. Inoltre, si continua ad osservare nella maggior parte delle Regioni un rischio moderato o alto di una epidemia non controllata e non gestibile. Tale situazione conferma la necessità di mantenere la linea di rigore delle misure di mitigazione adottate nel periodo delle festività natalizie.